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Chi siamo
Siamo un’associazione di volontariato nata nel 2012 per promuovere le pari opportunità, valorizzare le differenze di genere e contrastare la violenza contro le donne. Il nostro scopo è garantire l’affermazione e il riconoscimento sociale, culturale ed economico delle donne. Siamo impegnate nella promozione e diffusione di cultura e di politiche di genere attraverso iniziative pubbliche e manifestazioni culturali; facciamo formazione, conduzione di gruppi e laboratori. Il nostro Centro Antiviolenza offre colloqui di accoglienza in condizioni di riservatezza e anonimato alle donne che subiscono o hanno subìto violenza; consulenza e patrocinio legale; consulenza psicologica; orientamento e accompagnamento al percorso di uscita dalla situazione di violenza; percorsi di counseling; supporto psicopedagogico alla genitorialità; collegamento alla rete dei servizi presenti sul territorio.
Laboratori DISPARI
I laboratori “Dispari” sono spazi sicuri di autocoscienza destinati a studentx dell’Università di Bologna.
“Dispari” è un’esperienza gratuita, aperta a tuttx, di curiosità e apprendimento collettivo, un luogo per discutere del proprio corpo e della propria identità. I temi affrontati dalle operatrici antiviolenza che condurranno i laboratori spaziano da discriminazione di genere, sessualità, consenso e affettività, stereotipi e violenza di genere, linguaggio e diritti. “Dispari” è uno spazio in cui puoi chiederti e chiedere ‘come stai?’ senza aspettative né obblighi; è uno spazio in cui prendersi cura gli uni delle altre e costruire una connessione con coetanei e coetanee.
I laboratori si svolgeranno presso Università di Bologna – Sede di Imola in Via G.Garibaldi 24 dalle ore 16:30 alle ore 18:45 del giovedì, circa due volte al mese. Le singole date sono prenotabili nel form. Non serve che porti niente con te, a parte il desiderio di partecipare.
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Consigli di lettura di Ottobre: “FEMMINISMO INTERROTTO” di Lola Olufemi
Slogan per magliette, borse e adesivi, grido di battaglia cantato per le strade, la parola “femminismo” è diventata mainstream. Essere femministi, oggi, fa tendenza. Lola Olufemi traccia il confine tra femminismo e consumismo, dimostra che il femminismo non è una merce da acquistare, ma un’arma per combattere l’ingiustizia. Indaga la violenza contro le donne, la giustizia riproduttiva, la trans-misoginia, l’industria del sesso, l’islamofobia, il consenso, il #MeToo, la situazione nelle prigioni. Interroga lo Stato, il suo ruolo, quella coltre di fumo con cui ci obnubila la mente. Femminismo interrotto è una disamina sul potere. Esplora le parole, i tweet, gli articoli, perché a volte è una questione di vocabolario e ce ne occorre uno più completo. È anche un libro sull’illusione: solo perché alcune di noi si sentono libere non significa che lo siamo davvero. Ed è una critica al femminismo stesso, quando accende i riflettori su una sola donna e ne dimentica altre. Saggio, manifesto, pamphlet politico, memoriale, necrologio e inno, Femminismo interrotto sfugge alle definizioni, esattamente come il femminismo quando smette di essere un’etichetta. Unico caso in cui la trasformazione potrà dirsi radicale.
(ibs.it)
Consigli di lettura di Agosto: “DONNE PROTAGONISTE NELLE ISTITUZIONI DELLA REPUBBLICA” di Patrizia Gabrielli
La storia delle donne nelle istituzioni rappresentative è una storia di minoranze. Riguarda un numero ristretto di donne ma è tutt’altro che trascurabile, anzi costituisce un valido osservatorio per approfondire sia la definizione della rappresentanza – e più in generale la parità di genere – sia scelte, responsabilità e pratiche politiche. Da questa stessa prospettiva è possibile esaminare i processi di costruzione della leadership femminile. Muovendo dalle più accreditate acquisizioni degli studi storici, i saggi proposti indagano sulle biografie politiche di significative protagoniste, sul rapporto tra donne, istituzioni, movimenti, rappresentanza e sulle rappresentazioni di genere nello spazio pubblico con attenzione alla toponomastica e alla produzione digitale.
(ibs.it)
Consigli di lettura di Luglio: “SEBBEN CHE SIAMO DONNE. STORIE DI RIVOLUZIONARIE.” di Paola Staccioli
Questo libro è nato per dare un volto e un perché a una congiunzione. «Nel commando c’era anche una donna», titolavano spesso i giornali qualche decennio fa. «Anche». Un mondo intero racchiuso in una parola. A sottolineare l’eccezionalità ed escludere la dignità di una scelta. Sia pure in negativo. Nel sentire comune una donna prende le armi per amore di un uomo, per cattive conoscenze. Mai per decisione autonoma. Al genere femminile spetta un ruolo rassicurante. In un’epoca in cui sembra difficile persino schierarsi “controcorrente”, le “streghe” delle quali si racconta nel libro emergono dal recente passato con la forza delle loro scelte. Dieci militanti politiche (Elena Angeloni, Margherita Cagol, Annamaria Mantini, Barbara Azzaroni, Maria Antonietta Berna, Annamaria Ludmann, Laura Bartolini, Wilma Monaco, Maria Soledad Rosas, Diana Blefari Melazzi) che dagli anni Settanta all’inizio del nuovo millennio, in Italia, hanno impugnato le armi o effettuato azioni illegali all’interno di differenti organizzazioni e aree della sinistra rivoluzionaria, sacrificando la vita per il loro impegno. Con una testimonianza di Silvia Baraldini.
(ibs.it)
Consigli di lettura di Maggio: “COME CHIEDERE L’AUMENTO” di Azzurra Rinaldi
Dopo aver spiegato in Le signore non parlano di soldi come anche in ambito economico le discriminazioni di genere non convengano a nessuno, Azzurra Rinaldi affronta un altro tema urgente: negoziare il proprio compenso. Cercando di smontare i pregiudizi alla base delle disparità occupazionali e di salario tra maschi e femmine, tratteggia una situazione economica squilibrata, mai a favore delle lavoratrici. Per non parlare di lavoratrici con uno o più figli. Se, infatti, quando il maschio diventa padre, il mercato del lavoro sembra premiarlo (straordinari, bonus, promozioni), la situazione per chi è donna al contrario non migliora, anzi. Come possono, allora, le donne avviare una conversazione sui soldi e chiedere il giusto compenso, quando il loro potere contrattuale è così ridotto? Attraverso dati, esempi, tecniche e strategie, Rinaldi offre strumenti concreti per «mettere a tacere la vocina che ci fa sempre sentire inadeguate» e scardinare lo schema che relega le donne alla passività. Ma questo libro è anche per gli uomini, perché per ribaltare la narrazione condivisa sul denaro, per fare cultura davvero, è necessario agire insieme.
(ibs.it)






